Da Industria 4.0 a Transizione 5.0

Dopo Industria 4.0, Impresa 4.0 e Transizione 4.0 sarà la volta del Piano Transizione 5.0. Questo al momento è il nome su cui il Governo ha scelto di puntare per il prossimo piano di incentivi dedicati all’innovazione nell’industria.

I vantaggi della diagnostica e della manutenzione remota

Le forme di sostegno a Transizione 4.0 affondano le loro radici nel 2016, con il lancio del Piano Nazionale Industria 4.0.
I principali strumenti operativi messi in campo dal Piano Industria 4.0 erano l’iperammortamento e il superammortamento: il primo del 250% nel caso di acquisto di beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0 e il secondo del 140% per l’acquisto di beni immateriali (software, sistemi, piattaforme e applicazioni). A questi si andavano a sommare la Nuova Sabatini (finalizzata all’accesso al credito delle PMI per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature), il credito d’imposta R&D del 50% (su spese incrementali in ricerca e sviluppo, il cosiddetto “patent box” (che prevedeva una riduzione delle aliquote IRES e IRAP del 50% sui redditi d’impresa connessi all’uso di beni immateriali).
Le modifiche intervenute nel tempo hanno condotto al superamento del Piano Industria 4.0 dapprima in favore del Piano Impresa 4.0 (2018), e, poi del Piano Transizione 4.0 rimodulato di recente in funzione del PNRR.
Dal primo gennaio 2023 è scaduto sia il regime di favore per l’acquisto di beni materiali e immateriali tradizionali che per le attività di formazione 4.0. D’altra parte sono stati previsti tagli significativi per l’acquisto di beni strumentali 4.0 così come per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione. Per i beni materiali 4.0, è stabilito un dimezzamento per tutte le classi di investimento: dal 40% al 20% fino a 2,5 milioni di euro; dal 20% al 10% da 2,5 a 10 milioni di euro e dal 10% al 5% da 10 a 20 milioni di euro (tetto massimo ammissibile). Il taglio è ancora maggiore per i beni immateriali 4.0, dal 50 al 20% (fino a un tetto di 1 milione di euro). Mentre vale ancora la regola del dimezzamento (dal 20 al 10%) per le attività di ricerca di base, industriale e sperimentale. La scure è più lieve (ma su aliquote di partenza più ridotte) solo per le attività di innovazione tecnologica “green”, che godono di un credito d’imposta ridotto.
Fino ad ora, si è puntato su un orizzonte temporale breve, incentrato prevalentemente sull’incremento immediato della domanda di innovazione tecnologica. Tuttavia, a metà 2023, è stata superata questa fase e ora ci si confronta con una sfida diversa, quella di estendere il beneficio degli incentivi a un numero più vasto di imprese, supportando quelle che hanno intrapreso il cammino della digital transformation senza ancora sfruttarne completamente i vantaggi. È evidente che ora è opportuno adottare un approccio misto, bilanciando gli incentivi a breve termine con quelli strutturali. In vista della revisione del piano ci sono altri due temi fondamentali da prendere in considerazione: il tema delle competenze e quello della strategia degli investimenti di medio-lungo periodo. Sul primo, il Governo ha posto specifici obiettivi (servizi per 600 milioni erogati ad almeno 4500 imprese) a carico dei Competence Center e dei neo-nati European Digital Innovation Hub.

Transizione 5.0

Applicazioni di manutenzione predittiva sono preziose anche in ambito energetico dove si registrano payback period molto brevi o nuovi servizi e modelli di business che si ripagano con una percentuale del risparmio ottenuto. Soluzioni IoT in grado di gestire condizioni operative, avvisi di manutenzione, allarmi attuali e retroattivi, telediagnostica, disponibilità remota dei dati di impianti offrono non solo le basi per la manutenzione predittiva, ma gli strumenti di gestione dell’energia secondo lo standard ISO 50001.
In alcuni casi è necessaria la presenza in loco di un tecnico che si occupi della messa in funzione, della manutenzione o dei lavori di riparazione. In forma complementare, tramite accessi remoti sicuri VPN / SSL / IPSec, è possibile supportare i tecnici del servizio assistenza presenti in loco per rendere le operazioni di manutenzione, messa in funzione o riparazione ancora più efficienti.
Per la messa in funzione: gli esperti della sede centrale possono coadiuvare i tecnici del servizio assistenza presenti in loco (ad esempio, soprattutto nei periodi di mobilità ridotta).
Nel caso in cui alcune modifiche apportate al sistema rendano necessari dei cambiamenti nella programmazione, questi ultimi possono essere attuati tramite la manutenzione remota.
Grazie a server diffusi in tutto il mondo e piattaforme Cloud, sono attuabili soluzioni efficienti ed estremamente sicura per la manutenzione remota delle machine. I clienti, infine, traggono vantaggio dalla maggiore efficienza del servizio assistenza, realizzando un maggiore risparmio sia in termini di tempo che di costi.

RePowerEU e incentivi green

Un ulteriore scenario si è aperto a fine maggio 2023, quando è emersa la necessità di riprogettare il piano Transizione 4.0 sfruttando le risorse del RePowerEU, lo strumento da quasi 300 miliardi che la Commissione ha pensato per incentivare la transizione energetica in risposta alla crisi geopolitica in atto in Ucraina.
Dal punto di vista operativo, le risorse del RePowerEU andranno ad integrarsi con i vari PNRR nazionali. Di qui l’idea del Governo di attingere da queste nuove risorse per lavorare a un nuovo piano di incentivi.
Il piano RePowerEU ha per obiettivo quello di portare la produzione di energia da fonti rinnovabili al 2030 dal 40% al 45%. A partire dal 2026, saranno necessari pannelli solari su edifici commerciali e pubblici di nuova costruzione con un’area superiore a 250 metri quadrati. Dal 2027, l’obbligo si estenderà anche agli edifici esistenti della stessa categoria e dal 2029 a quelli residenziali
Per agevolare il conseguimento di questi ambiziosi obiettivi, la Commissione Europea esorta gli stati membri a ridurre drasticamente i tempi di autorizzazione per tali progetti, passando dalla media di 7,5 anni a 1 anno.
Su questo fronte è bene ricordare anche la Nuova Sabatini Green, lo strumento a supporto degli investimenti in beni strumentali che dal 1° gennaio 2023 può contare su un’aliquota maggiorata per gli investimenti green, e il Fondo Transizione industriale che mette a disposizione contributi a fondo perduto per adeguare il sistema produttivo nazionale alle politiche europee nella lotta ai cambiamenti climatici.
E oltre agli strumenti nazionali non bisogna trascurare le opportunità aperte sul fronte europeo, legate al Green New Deal (strategia elaborata dalla Commissione per accelerare la ripresa economica dell’Unione dopo la pandemia e favorire la transizione sostenibile), ai bandi Life (598 milioni di euro per progetti a favore del clima e dell’ambiente), all’EIC Accelerator (acceleratore europeo che sostiene singole piccole e medie imprese e startup), e all’Horizon Europe (il programma con cui l’Europa promuove l’innovazione e la ricerca in diversi ambiti).